La nuova Mappa dell’Intolleranza 5

Nell’anno della pandemia l’odio online si concentra contro le donne, soprattutto se lavorano. E contro ebrei e musulmani. Esce la quinta edizione della Mappa voluta da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, che fotografa l’odio via social. I risultati? L’odio diminuisce ma si radicalizza. Le donne restano la categoria più colpita, seguite dagli ebrei.

Esce la quinta edizione della Mappa dell’Intolleranza, il progetto ideato da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza – Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano.

Al suo quinto anno di rilevazione, la mappatura consente l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili e mira a identificare le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa – secondo 6 gruppi: donne, persone omosessuali, migranti, persone con disabilità, ebrei e musulmani – cercando di rilevare il sentimento che anima le communities online, ritenute significative per la garanzia di anonimato che spesso offrono (e quindi per la maggiore “libertà di espressione” ) e per l’interattività che garantiscono. Strumento essenziale per la mappatura del cosiddetto hate speech, la Mappa dell’Intolleranza si è rivelata anche un utilissimo vettore per individuare e combattere i fenomeni di cyberbullismo, perché dimostra ancora una volta come i social media diventino un veicolo privilegiato di incitamento all’intolleranza e all’odio verso gruppi minoritari, data la correlazione sempre più significativa tra il ricorso a un certo tipo di linguaggio e la presenza di episodi di violenza.

Tags:
,