Patto Educativo di Comunità e dispersione scolastica

Patto Educativo di Comunità e contrasto alla dispersione scolastica

 

Il Patto Educativo di comunità che contrasta la dispersione scolastica.

Si dice che la “culla” dei Patti Educativi Territoriali sia l’Emilia Romagna.

Il P.E.CO che ci racconta Giovanni Lolli è nato nel 2015 a Copparo (FE), dinanzi all’impressionante dato di una dispersione scolastica che sfiorava il 25%.

Operativo dal 2018, in tre anni la dispersione è scesa di sette punti percentuali grazie a tre azioni: didattica personalizzata, orientamento, attivazione della comunità

Meno sette punti percentuali di dispersione scolastica in sei anni, grazie al P. E. CO.

Siamo nel basso ferrarese, zona di “aree interne”, fra gli allevamenti di cozze e vongole di Goro e il polo di meccanica meccatronica di San Giovanni di Ostellato.

Il Patto Educativo di Comunità, finanziato con 500mila euro dalla Regione Emilia Romagna, unisce 14 scuole, 9 Comuni, due servizi sociali, una Asl e una quarantina di enti di Terzo Settore.

A raccontarlo è Giovanni Lolli, presidente della Fondazione San Giuseppe, un ente di formazione professionale accreditato dalla Regione Emilia Romagna con sede a Copparo e Codigoro.

Estratti dall’intervista:

“Avendo capito che capito che la dispersione scolastica partiva da un’offerta formativa scollegata dalle esigenze del mercato del lavoro del territorio e da uno scarsissimo sistema di orientamento, siamo partiti quindi da tre aspetti:

l’orientamento scolastico, l’innovazione didattica e la comunità intera intesa come comunità generatrice di risorse. Sono questi i tre assi del Patto”.

 

“Al primo campanello d’allarme oggi c’è un sistema integrato che fa capo alla comunità che interviene.

Non è la scuola che interviene su dispersione scolastica ma è l’intera comunità.

Il ragazzino viene subito preso in carico, comprese le aree del tempo libero e dello sport: se frequenta una società sportiva, facciamo leva su quella per recuperarlo nel percorso scolastico, è l’allenatore che diventa un attore cruciale… questo ha impatto motivazionale fortissimo.

Il punto è che bisogna togliere la scuola dall’isolamento, perché la scuola da sola non ce la fa”.

 

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